rimengono alcuni nodi da sciogliere sugli effetti del provvedimento
La Camera ha approvato, con il voto in aula, le disposizioni del “pacchetto nautica” contenute nel Ddl Made in Italy (“Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”) frutto del confronto tra Confindustria Nautica il Ministro Adolfo Urso, il Ministero delle Infrastrutture e i relatori del provvedimento. Le misure votate passano ora al vaglio del Senato.
In base all''emendamento dovrebbe essere sufficiente presentare alle autorità dei Paesi dell''UE un documento contenente i dati tecnici dell''imbarcazione (DCI - Dichiarazione di Costruzione o Importazione), unitamente a una dichiarazione di possesso del proprietario autenticata dagli Sportelli Telematici dell''Automobilista (STA). Questo documento attesterà la proprietà, la nazionalità e le caratteristiche dell''imbarcazione, consentendone la navigazione in acque straniere.
Vogliamo evidenziare che dal disegno di legge approvato alla Camera all’entrata in vigore di regole concrete, la strada è ancora tutta da definire: le autorità italiane possono scrivere tutte le leggi che vogliono, ma senza un accordo bilaterale con Slovenia Croazia e Grecia rischiano di rimanere solo un desiderio italiano.
Serve cioè che Slovenia, Croazia e Grecia accolgano la proposta italiana, visto che è nelle loro acque che i natanti devono entrare. Fatta questa doverosa premessa, quanto emerso in Parlamento è un passaggio.
Da considerare inoltre che ottenere in DCI da Confindustria Nautica se il natante non è marchiato CE è necessario avere uno dei seguenti documenti:
- estratto dal registro comunitario da cui si evincano i dati tecnici dell’unità;
- l’attestazione di idoneità rilasciata da Organismo tecnico, di cui vanno indicati il numero e la data di rilascio (certificato di omologazione del prototipo)
e qui casca il palco soprattutto per piccole barche o gommoni varati prima del giugno 1998 che in molti casi non dispongono di tale documentazione.
Un altro dubbio sul provvedimento potrebbe essere legato ai limiti di navigazione che per i natanti resteranno di 6 miglia dalla costa per le barche ante CE e di 12 miglia dalla costa per quelle con marcatura CE.
Nello stesso emendamento si è risolto anche il problema dei possessori di natanti che intendono immatricolarli, ma che non hanno una fattura di acquisto o un documento che ne accerti la proprietà.
Questi potranno presentare una auto-dichiarazione sostitutiva di atto notorio, sempre con la sottoscrizione autenticata dagli Sportelli Telematici dell''Automobilista (STA). Questa dichiarazione attesterà che l''imbarcazione da diporto è di loro esclusiva proprietà, fornendo informazioni sulla data e il luogo di acquisto e sul venditore.
Restiamo in attesa di sviluppi futuri ma consigliamo gli armatori di considerare di immatricolare in bandiera il proprio natante per non avere problemi di navigazione anche in acque estere e oltre le 12 miglia dalla costa.
La redazione di BandieraOK
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